1. L’attualità dell’arte
Se l’aspetto inquietante delle società attuali è strettamente legato alla paura, la violenza e a quella strana sensazione d’insicurezza intrinseca del capitalismo, possiamo pensare a dove ci porterà una crisi globale che affligge non solo la nostra condizione di cittadini ma soprattutto il nostro atteggiamento politico in relazione a quella promessa di felicità associata alla condizione di benessere. Se l’arte occupa uno spazio nella società, sarà sicuramente quello di riflettere alcuni dei simboli attuali che vanno associati direttamente alla lotta o all’accettazione di ciò che è stabilito. L’ironia vuole che in questo caso avvenga attraverso un materiale lussuoso e tradizionale come il marmo, importante per le statue, per la creazione di monumenti e direttamente vincolato alle lapidi cimiteriali. Se la modernità altro non è che l’attualità, in questo caso dipendiamo direttamente da ciò che accade nel prevedibile capitalismo dei nostri giorni, dove si ha la sensazione che l’arte non debba passare inosservata.
2. Avelino Sala e lo svuotamento dei valori
Lungo la traiettoria di Avelino Sala si possono segnalare una serie di idee che sono la descrizione estetica di questa modernità. Se in un principio la sua opera consisteva nel presentare l’aspetto mortale del soggetto, attraverso il posizionamento di alcuni cani trasparenti che collidevano con una scultura realizzata con materiali pesanti, poco dopo mostrava quella stessa assenza di gravità degli ideali attraverso l’imperturbabile equilibro nella superficie dei concetti, in riferimento al vuoto globale proprio delle nostre società contemporanee. Attraverso la riproduzione di una tavola da surf ci proponeva una metafora dell’affondamento dei valori, mediante la finzione propiziata dalla ricreazione di una marca pubblicitaria (intitolata Drama) contribuì a mostrare quale fosse la sua posizione in quanto artista: rimanere a galla dinnanzi a questo rischio.
3. Il marmo
Scultura è il nome che si è soliti dare agli oggetti artistici posti su di un piedistallo. Nonostante l’ironia di qualche artista concettuale che lo definiva come ciò su cui inciampi quando vedi un dipinto ad un’esposizione, dobbiamo dire che è statua perché si eleva. In questo senso rimarrà sempre legata ad una certa presenza della morte e del vuoto perché la scultura corrisponde propriamente ad una riflessione nel vuoto. In fondo, tutta la scultura finisce con l’essere marmo, così come segnala Didi-Huberman in La pittura incarnata: un autentico fantasma metaforico e poetico. La scultura finisce col recuperare il suo corpo, come il materiale destinato alle lapidi e alle commemorazioni. Dunque, la scultura non può star ferma perché si appropria dello spostamento proprio del suo carattere temporale. Perché ciò che è certo è che la scultura rimane sempre memoria foriera di un segreto.
Oltre ad essere un riflesso sociale e politico, è anche un modo di presentare l’artificiale con una sorta di naturalità. Forse la scultura diventerà macerie e ingombro ma in ogni caso Avelino Sala – nonostante proceda fortunatamente in ambiti diversi come le istallazioni, il video e la pittura – mantiene i suoi interessi principali relazionati direttamente con la scultura, sia come memoria altrui o come struttura semplicemente devastante, decisa a chiudersi in se stessa. Come annunciava Piero Manzoni, la scultura sostenuta da un piedistallo è capace di sopportare tutto il peso della mondanità intesa come mondo, ma non come supporto o fondamento, bensì testando come il terreno si diriga a ritroso verso le sue radici proprio lì dove la scultura sorge, mettendo i piedi in un vuoto favorito da una realtà convulsa. D’altra parte l’importanza della scultura in relazione alla morte è un fenomeno antico. Come ricorda Aristotele, morire accidentalmente per la caduta di una statua non dovrebbe considerarsi una destino tragico.
4. Distopía: Right Now
Nella presenza fantasma del marmo emerge, in seno ad un nichilismo capitalista, l’importanza dei simboli presenti nei monumenti delle città ed il ritorno ad essi per sapere se abbiamo (o no) ancora qualcosa da dirci.
Avelino Sala propone una lettura in chiave ironica della scultura. Come abbiamo detto, all’inizio della sua carriera realizzò sculture vuote con carta adesiva, successivamente riproduzioni inutili come nel caso di una tavola da surf in bronzo che come potete immaginare, affonderebbe in mare. Ma nel caso del suo intervento in questo museo del marmo, utilizza la pietra per rappresentare questioni o figure dell’attualità, sottolineando l’importante presenza di alcuni simboli dell’attuale ribellione indignata, sotto il titolo Distopía: Right Now. Ritrovare questi simboli nel marmo rappresenta una telecamera di videosorveglianza, in riferimento ai sistemi di sicurezza, ma anche il panopticon del carcere proposto da Bentham. In secondo luogo, un esplosivo cocktail molotov. In terzo luogo il simbolo dell’anarchia. Per ultimo, oltre a questi oggetti del quotidiano contro il sistema, appare uno dei suoi attori principali, identificabile con la figura dell’incappuciato o il bardato, con una mano tesa e l’altra minacciosamente chiusa a pugno, segnalando le differenze tra il ribelle e il rivoluzionario, tra colui che è indignato della società – e non solo coi meccanismi di potere – e colui passa all’azione diretta.
Qual’è il ruolo dell’arte nello scenario politico? Non si tratta solamente di indignarsi ma di agire, il ruolo dell’artista può essere quello di presentare i simboli del potere, colui che rappresenta attraverso i messaggi stessi della politica. E in questa politica della memoria, come pilastri del nichilismo postromantico proposto da Avelino Sala, appare il postulato vuoto della società odierna.
Parafrasando Roland Barthes, c’è qualcosa nel modernismo che non è una questione passata di moda, ma lo stesso punctum dove il moderno è l’ adesso, l’attualità medesima. Dire postmoderno risulterebbe quindi strano, tranne nel caso in cui si incombesse in una fortunata formazione scolastica, proprio dove la cosa più attuale è pretendere di stare dall’altra parte. Se c’è modernismo e scrittura, come simboli contro il sistema, creati e riprodotti non solo in maniera concreta ed esplosiva, ci sono altri simboli come quelli del vuoto, del denaro e della sua astrazione.
Nell’attualità l’attività dell’arte dev’essere una specie di grammatica simbolica, un’interpretazione o lettura che nel caso di Avelino Sala ha senso vincolare a concetti che offrono un’interpretazione della situazione della società attuale, approfondendo e raccontando tanto il suo svuotarsi quanto il suo sgretolarsi e il suo furto. Si tratta di uno svuotamento degli ideali, l’anichilimento tipico di un’ epoca che ha perso il nord.
5. Il valore della pesantezza
Avelino Sala riconosce che nella sua traiettoria è molto presente la comunicazione con l’idea di scultura come segno e simbolo: “Cose anteriori come il tatuaggio dell’ideogramma cinese assegnata al creatore, sono una dichiarazione di intenzioni e a me sembra anche scultura. Il segno era intagliato in una pietra e lo trapasso sulla mia spalla. C’è anche il pezzo che feci con le bottiglie di sidro a modo di barricata o il muro che costruii con le ruote in El hombre de la trinchera / L’uomo della trincea. È un lavoro simbolico. Allora, quando inizio con La espera / L’attesa è un cambio radicale, nonostante che l’asse centrale fosse a sua volta una scultura a forma di tavola da surf. Successivamente con esse generi delle azioni, una campagna pubblicitaria falsa etc”
Relativamente alla sua attività di artista contemporaneo ha manifestato che le sue intenzioni si trovano in un luogo strano e mobile, una sorta di nomadismo vitale ed ideale dove non solo bisogna indirizzarsi verso la sfida tecnica ma alla formazione di un’idea: “la figura dell’artista deve immediatamente porsi agli antipodi dell’ispirazione, la torre di avorio e l’isolamento. È la questione della manifattura e l’artigianato. L’artista è qualcuno che elabora progetti che si sviluppano come un rizoma, vincolato a diversi agenti. Non deve risiedere nella manifattura come nel caso dei quadri: deve risiedere nell’idea e nella formazione. L’arista risiede in uno spazio raro”.
In corrispondenza alla sua traiettoria, Avelino Sala tenta di vincolare due spazi del molteplice. La sua opera come prodotto e l’approccio di una riflessione sul vuoto riscontrato in seno alla nostra società, annunciano la confabulazione del tempo che obbliga a presenziare un corpo che s’intoni con la pazzia del capitalismo, una proiezione del bisogno di indagare quotidianamente ciò che l’artista intende fare della propria vita. Questa associazione di vita e arte permette di intravedere il gioco dell’arte, è l’avvicinamento alle figure che ci offre adesso per parlare dei giorni d’oggi, una metafora dello spazio e del tempo rendendosi contemporaneo man mano che si consuma, incorporando alla statua in marmo quella stessa incarnazione propizia di un’attualità critica.
Josè Luis Corazon