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“Speaking to the walls” – “Parlare con i muri” a cura di Mike Watson.
Un workshop ‘Live Sessions’ per il Museo del Marmo di Carrara
In collaborazione con ‘Joan of Art: Towards a Free Education System‘, con il supporto della Fondazione Nomas.
Concept: “I’m speaking to the walls”
Je parle aux murs / Sto parlando ai muri
I’m Speaking to the Walls e’ un breve libro che raccoglie le conferenze tenute da Jaques Lacan presso la clinica in cui inizio’ la sua carriera, in qualità di psicoanalista apprendista.
‘Parlare con i muri’ nel linguaggio quotidiano indica una situazione in cui nessuno ti ascolta. Eppure, per Lacan, che studia l’uso del linguaggio, questa frase ha significato letterale, e indica che chi parla comunica non solo con le persone, ma anche con gli spazi architettonici, inclusi I muri, a cui spesso diamo poca importanza.
‘Sto parlando ai muri‘ indica dunque la nostra volontà di entrare in dialogo anche con i luoghi che accolgono la nostra partecipazione, ed entro i quali agiamo. – Testo introduttivo di Maria Rosa Sossai (Alagroup).
La città di Carrara e’ ricca di muri, sia reali sia metafisici. E’ famosa per le sue enormi montagne e scarpate di marmo, che da un lato formano il confine della città, ma anche per la sua ricca storia politica, quale centro di resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, le cui donne, lasciate sole dai propri uomini andati a combattere, crearono un “muro” con l’occupazione di Piazza delle Erbe nel tardo 1944, e in seguito rifiutando di essere evacuate.
Le mura possono essere reali o metaforiche, ma sopra ad ogni altra cosa, esse ci modellano, e da noi possono essere modellate. Come scrisse in un sonetto Michelangelo:
Non ha l’ottimo artista alcun concetto
ch’un marmo solo in sé non circonscriva
col suo superchio, e solo a quello arriva
la man che ubbidisce all’intelletto.
Questa straordinaria poesia offre un indizio del processo creativo adottato da Michelangelo nel relazionarsi con il marmo di Carrara, che spesso appare impenetrabile come un muro. E’ il marmo a racchiudere in se’ la forma artistica, e l’artista dovrà entrare in dialogo con esso per scoprire tale forma. Lo stesso vale per i muri metaforici con i quali dobbiamo confrontarci.
Scrisse inoltre Michelangelo:
Io crederrei, se tu fussi di sasso,
amarti con tal fede, ch’i’ potrei
farti meco venir più che di passo.
Questa poesia esprime l’importanza del dialogo e dell’emotività umana nello spostare e modellare i muri. Alla base di questo processo vi e’ un sistema d’apprendimento che i workshop dal vivo “Speaking to Walls” indagheranno.
Che cos’è un “Workshop dal vivo”?
Un “Workshop dal vivo” – cosi’ come e’ stato concepito da Maria Rosa Sossai, e sviluppato in sinergia con Mike Watson – e’ un laboratorio in cui il processo creativo e’ guidato dai partecipanti. I workshop prendono piede da un concetto iniziale, e da qui gli artisti scelgono una struttura informale sulla base di conversazioni e dialoghi con la comunità. Il processo si concentra sui partecipanti, e su ciò che essi possono insegnare all’artista e insegnarsi a vicenda.
Speaking to the walls – Parlare con i muri | IL CALENDARIO DEL PROGETTO
Artisti partecipanti