Carrara as workshop
Esiste una relazione antichissima e profonda tra la coscienza di sé e i luoghi in cui questa si è formata.
L’ uomo e l’ ambiente si forgiano vicendevolmente in un percorso che oltre a coinvolgere le esperienze personali, mappa un ritratto collettivo e storico delle zone in cui cresciamo e che custodiscono le nostre esperienze.
La città di Carrara, col suo paesaggio irripetibile rappresenta un esempio formidabile di rapporto tra cittadinanza e territorio, scrigno mutevole che racchiude storie di lavoratori e artisti.
Esperienze locali, personali e umane, confluiscono in questo territorio sotto il segno del marmo.
L’ artista Andrew Rutt propone come primo passo per il progetto “Carrara as Workshop”, un dialogo con lo staff degli Studi Nicoli: un viaggio nelle memorie individuali con il supporto di una pianta della città sulla quale verranno rievocate tutte quelle esperienze che fanno di ciascuno di noi ciò che siamo.
Il progetto si propone in questa prima fase di unire i puntini che formano la tessitura del nostro rapporto col territorio, che come un fiume istintivo e spontaneo determineranno la parte finale del workshop.
Andrew Rutt è nato a Londra (1965) dove si è laureato in Fine Art presso il Central St. Martins e il Goldsmiths College. Dal 2000 lavora dividendosi tra Roma e Londra. Le sue opere comprendono video, foto e installazioni. Tra le mostre più note si ricordano: Exotic Dancers (1999, solo show, VTO Gallery, Londra); Underwood Audio II (2002, group show, Underwood/Saatchi Gallery, Londra); Everything Must Go (2006, group show, VTO Gallery, Londra); A Book in the Back of Your Head (2007, solo show Galleria Navona 42, Roma) oltre a diverse partecipazioni a mostre collettive presso la Galleria Sala 1 di Roma. Nella più recente mostra Nuda verità tenutasi nel 2010 presso la Biblioteca Angelica di Roma, Andew Rutt ha fotografato i dipendenti della stessa Biblioteca nudi, a contatto con i libri, nel loro quotidiano ambiente di lavoro. Il modo di lavorare dell’artista prevede spesso momenti di partecipazione, di interazione con altri soggetti prima, durante o dopo la realizzazione dell’opera stessa. Come per la scultura Two Books, che fa parte della collezione del Ministero dei Beni Culturali: due grandi libri sovrapposti, in legno e pelle, pensati come luogo di incontro per il pubblico che vi si voglia accostare, sedere, appoggiare; due libri non come motivo di conflitto ma come occasione di dialogo. Già come studente al Central St. Martins, Andrew Rutt aveva allestito una mostra itinerante in cento autobus che attraversavano il centro di Londra ospitando, oltre alle sue stesse opere, lavori di altri artisti. Un’esperienza creativa basata sulla collaborazione è non da ultimo Beautiful days, terrible times dove Andrew Rutt ha distribuito macchine fotografiche usa e getta alla comunità trans gender del quartiere Pigneto di Roma e i loro scatti sono stati esposti accanto a quelli realizzati dallo stesso artista.
Secondo Andrew Rutt «l’artista non è colui che fa cose interessanti, ma che fa succedere cose interessanti».